venerdì 1 novembre 2013

Quel Gatto con gli stivali


Dalla favola di Charles Perrault.

Adattamento e Regia Fabio Pellicori.

Costumi: Mari Grazia Mainieri.

Con Giannicola Mancuso, Fabio Pellicori.

Esigenze tecniche: spazio scenico 4m x4m.

Tecnica utilizzata: tecnica mista.

Durata minuti: 50.

Attori: Giannicola Mancuso, Fabio Pellicori.

Scheda e foto su: www.artechimera.it


Un mugnaio lasciò in eredità ai suoi tre figli solo un mulino, un asino e un gatto. Il maggiore ebbe il mulino. Il secondo l’asino, il più giovane il gatto. Questi non sapeva darsi pace per aver un bene così misero e si lamentava della triste sorte e della fame. Allora il Gatto prese a parlare e gli disse: - Non disperarti. Trovami un sacco e un paio di stivali per camminare in mezzo ai boschi e ti farò vedere che la sorte non è stata tanto cattiva con te quanto tu credi -. Eh si! È proprio la storia del Gatto con gli stivali come la conoscete e come vi è sempre stata raccontata; e siccome anche a noi è sempre piaciuta così, così l’abbiamo voluta mettere in scena, col giusto rispetto che si deve ad un signor Gatto con tanto di baffi e stivali che sembra un moschettiere, anzi somiglia a D’Artagnan, e, guarda guarda, sa parlare ed è veramente astuto. Il Gatto con gli stivali è uno spettacolo che parte dalla premessa del rispetto della storia nelle sue linee essenziali. La storia tradizionale è lo stimolo per sottolineare l’azione del gatto come “portatore di buone cose”. Il giovane è tra i fratelli il più debole e maltrattato, ma l’incontro col Gatto lo renderà fortunato e felice. Il valore dell’amicizia e della solidarietà sono alla base di questo accompagnatore, di questo “aiutante magico” che ha come suo compito quello di accudire e soddisfare l’avventura della vita del ragazzo. Tutti possiamo identificarci sia nel Gatto che nel ragazzo.

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